Al pari della
Stella di Natale, un’altra pianta che è diventata simbolo di questo periodo di festività è l’agrifoglio. Considerata una pianta magica ancor prima che arrivasse il Natale cristiano, da sempre è simbolo di fertilità e buon auspicio per l’anno nuovo, e viene utilizzato come porta fortuna. Elemento decorativo largamente usato per le nostre decorazioni natalizie, l’agrifoglio non passa di moda per ghirlande, corone, centri tavola e composizioni floreali varie fin dai tempi dei Celti. Nei riti pagani, infatti, veniva associato alle feste dedicate al solstizio d’inverno, periodo che segna il riallungarsi delle ore di luce, e veniva festeggiato come simbolo della rinascita e della ripresa dopo l’oscurità invernale.
Anche le famiglie più povere potevano permettersi di avere delle belle decorazioni per le loro case, grazie proprio all’agrifoglio.
Molti anni dopo, quando il cristianesimo si espanse e i riti pagani vennero sostituiti con quelli cristiani, molti dei simboli del precedente credo vennero mantenuti, tra cui, appunto il nostro agrifoglio, semplicemente assumendo una connotazione simbolica diversa. Alla pianta, infatti, si associano le foglie alla corona di spine di Gesù, e le bacche rosse al suo sangue.
Simbologia a parte, vediamo di conoscere meglio questo arbusto.
Eh sì, perché l’agrifoglio è un albero che può raggiungere anche i 20 metri di altezza. Da non confondersi con il pungitopo, che è un’altra pianta, seppur simile, la chioma dell’agrifoglio è a forma di piramide, ha una corteccia liscia e grigia con rami di colore verdastro. Le foglie, coriacee, sono di un bel verde scuro brillante e, pur essendo quasi tutte uguali, anche nella stessa pianta se ne possono trovare di forme leggermente diverse, dipende da come si strutturano le punte. Ad esse è legata una strana curiosità, oggetto di studio perfino di esperti botanici.
Ma di questo te ne parlerò dopo.
I fiori dell’agrifoglio sono a 4 petali, piccoli e riuniti in piccole fascette, di colore bianco o con sfumature di rosa, ed hanno la caratteristica di essere unisessuali. L’agrifoglio o Ilex, che in natura appartiene alla famiglia delle acquifoliacee, è una pianta sempreverde dioica. Significa che i suoi fiori, su esemplari diversi, possono essere sia di genere maschile, sia femminile. Durante l’inverno i fiori maturano nelle classiche e belle bacche rosse a cui tutti siamo abituati, dette drupe, le quali contengono dai 2 ai 4 semi ognuna.
Nonostante siano velenose per l’uomo, restano comunque molto appetibili per gli uccelli. L’agrifoglio è originario dell’Europa, ma cresce in tutto il Mediterraneo. Ne esistono centinaia di specie, più di 400, per non parlare degli ibridi, ma il più comune è l’ilex aquifolium, specie protetta di Italia, e di solito si presenta come un cespuglio.
Nonostante sia tossico, e quindi usato raramente in fitoterapia, l‘agrifoglio ha proprietà diuretiche e febbrifughe. Sembra inoltre che abbia effetti simili alla serotonina.
Come coltivare l’agrifoglio?
Contrariamente ad altri arbusti, un agrifoglio adulto non richiede cure particolari. La sua coltivazione e manutenzione non risulta così particolarmente complessa. Se decidi di piantare un agrifoglio in giardino, ecco tutto quello che ti serve sapere e fare per poterlo coltivare al meglio.
Posizionamento, esposizione e clima per l’agrifoglio.
Sebbene il posizionamento dell’agrifoglio non incide granché sull’esito positivo della sua coltivazione, è bene sapere che, non amando il sole diretto, ma nemmeno l’ombra più scura, è meglio decidere di posizionarlo in una zona semi-ombreggiata, di modo che abbia una giusta esposizione al sole, senza esagerare.
Per quanti riguarda il clima, va detto che l’agrifoglio resiste al caldo ma non ama il gelo e in alcune varietà meno comuni, ancora meno. Per questo, dove gli inverni sono più rigidi, bisognerà tenere presente di coprirlo d’inverno con dei teli o comunque provvedere alla pacciamatura.
Essendo una pianta robusta e resistente, l’agrifoglio può essere usato anche come siepe protettiva.
La messa a dimora e il terreno per l’agrifoglio.
L’agrifoglio può essere coltivato anche in vaso. Lo sviluppo sarà più contenuto, ovvio, ma risulterà comunque un piacevole elemento ornamentale.
Ad ogni modo, la messa a dimora viene solitamente fatta a fine inverno/inizio primavera. Per cui hai ancora un pochino di tempo per organizzarti al meglio.
Per la semina puoi utilizzare i semi delle bacche che vengano da una raccolta recente, oppure affidarti al metodo più utilizzato, cioè prelevando le talee nel periodo estivo e attendere che avvenga la radicazione, per poi trapiantarle in primavera. In questo caso, puoi preparare un terreno composto per metà da sabbia, e per metà da torba. L’agrifoglio predilige i terreni tendenti all’acido e non gli piacciono proprio i terreni argillosi. La soluzione ottimale è un mix di torba e terriccio trattato in abbondanza con un concime ben maturo a base organica.
Concimazione, potatura e annaffiatura dell’agrifoglio.
Per assicurarti una bella pianta rigogliosa, dovrai concimare l’agrifoglio con regolarità. A seconda della stagione, questa pianta necessita di diversi concimi. In primavera puoi sceglierne una a base di potassio e azoto, per favorire l’attività vegetativa e lo sviluppo dei fiori. L’agrifoglio inizia a fiorire verso la fine dell’estate e la fioritura continua per tutto l’autunno. In inverno meglio utilizzare il concime organico, che andrai a mescolare con il terreno intorno alla pianta.
Dal momento in cui cresce in modo lento, non è necessario potarlo. L’unica cosa di cui devi preoccuparti e dargli delle spuntatine, per mantenere la forma e la simmetria della pianta. Questa operazione è da fare una volta all’inizio dell’estate, un’altra volta in agosto.
Per quanto riguarda l’annaffiatura, se l’agrifoglio è piantato a terra non ha grandi bisogni di acqua. Potrai tranquillamente pensarci una volta ogni tre settimane, più o meno, purché tu gli dia circa due secchi d’acqua, bagnando bene il terreno in profondità. Per le piante in vaso, la frequenza è maggiore, come meno acqua di volta in volta.
Le malattie dell’agrifoglio.
Sebbene sia una pianta robusta, l’agrifoglio può essere soggetto a più malattie. Tra queste, le più pericolose sono la ruggine e la cocciniglia, che vanno trattate in modo tempestivo con antibiotici la prima, e con funghicidi la seconda.
Curiosità sull’agrifoglio.
Come ti accennavo prima, in merito alle foglie, c’è una curiosità che è stata oggetto di studio da parte di un gruppo di esperti spagnoli. La
ricerca è stata pubblicata sul Botanical Journal of the Linnean Society e riportata dal National Geographic. Quello che ha attirato Carlos Herrera e il suo team, è la caratteristica delle foglie di pungere, cosa però che non è di tutte. Infatti la stessa pianta presenta foglie di tipo diverso man mano che si sale verso l’alto. A quanto risulta dallo studio, pare che la pianta “decida volontariamente” quali foglie rendere pungenti, come meccanismo di autodifesa. Le foglie nella parte bassa della pianta sono più pungenti, in alto più lisce. Questo perché la pianta tende a proteggersi per non essere mangiata dagli animali.
Hai dei dubbi? Una richiesta particolare?
Chiedimi pure!
Contattami via e-mail o cercami sui Social Networks.
Condividiamo insieme l’amore per il verde.
Al prossimo consiglio
Fausto.
Ti è piaciuto l’articolo? Condividilo sui tuoi social networks preferiti.
Domande? Dubbi? Mi trovi su
Facebook e
Twitter.